lunedì 14 dicembre 2015

"Filastrocche" di Vittorio Riera

Filastrocca della mia guerra

Presto, bimbi, tutti a terra,
vi presento la mia guerra:

il soldato è cioccolata
il fucile marmellata
il cannone è pastafrolla
cola il fuoco come colla
navi e aerei sono di panna
e il generale pur s'affanna
la bomba poi è solo piena 
di ciliege tutte alla crema.

Questa, bimbi, è la mia guerra,
presto, adesso, su da terra.


Filastrocca per contare

A cavallo d'una pulce
mamma tutto il giorno cuce.
– Pulce, che fai?
– Vado in cerca di tanti guai.

A cavallo di due zebre
viene al dito un po’ di febbre.
– Zebre, che fate?
– Andiamo in cerca delle fate.

A cavallo di tre mici
siamo sempre tutti amici.
– Mici, che fate?
– Vi graffiamo se ve ne andate.

A cavallo di quattro picchi
tutti rossi e verdi a spicchi.
– Picchi, che fate?
– Piangiam, piangiam se noi picchiate.

A cavallo di cinque tordi
siamo tutti un poco sordi.
– Tordi, che fate?
– Scappiam, scappiam ché ci sparate.

A cavallo di sei cammelli
tutti lenti, tutti belli.
– Camme, che fate?
– Ce la diamo a gobbe levate.

A cavallo di sette rane
e per cibo un po’ di pane.
– Rane, che fate?
– Puliam lo stagno che ci sporcate.

A cavallo di otto mucche
con le code a mo’ di zucche.
– Mucche, che fate?
– Sogniamo il prato che non ci date.

A cavallo di nove triglie
con le pinne come briglie:
– Triglie, che fate?
– Togliamo gli ami che c'infilzate.

A cavallo di dieci niente,
siamo tutti brava gente.
– Gente, che dite?
– Siamo bravi, udite, udite!



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