di Aldo A. Mola
Dalla congerie di diari,
quaderni e appunti di Mussolini (contraffatti, bruciati, finiti chissà come o
dove) Fabio Andriola, direttore di “Storia in Rete” e mussolinologo di talento,
fa emergere il “Diario” del 1942, forse autentico (la prudenza è d'obbligo,
com'egli stesso osserva) messogli a disposizione da un collezionista
disinteressato (erba rara in un mondo avido e pettegolo). Lo scoop è stato
salutato da una manciata di recensioni e interviste su fogli amici e dal
compatto silenzio delle “vestali della memoria”, come Gianpaolo Pansa ha
bollato i custodi del politicamente corretto.
Cosa non piace della scoperta
di Andriola? Tutto, a partire dall'Autore, che non è un accademico in caccia di
prebende ma uno studioso in cerca di verità. Non solo. Il Mussolini affiorante
dal Diario non è un “nazifascista”, cui contrapporre la stucchevole Resistenza
perfetta di Giovanni De Luna: egli, piuttosto, annota dubbi sui gerarchi
(in primis il genero, Galeazzo Ciano) e fastidio per Rommel, Göring, Ribbentrop
e per Hitler, logorroico allucinato. Il Duce non pare nemmeno “fascista”, se
per fascismo s'intende una dottrina statica: nell'anno del Ventennale perduto e
dell'Eur da inaugurare, egli rimaneva “l'uomo in cerca” di cui scrisse Renzo De
Felice, dalla formazione carducciano-socialista-libertaria, impastata di
sentimenti e corriva ai sentimentalismi.
Ma perché Mussolini tenne un
diario? “Scrivo queste poche note semplici e insignificanti che qualcuno un
giorno leggerà con stupore e forse con noia” (27 gennaio 1942). Chiuse l'anno
con una previsione azzeccata: “Ora sotto di me si è aperto il precipizio”.
Sette mesi dopo, le forzate dimissioni, poi la RSI, la guerra civile,
l'esecuzione sommaria (tuttora avvolta nel mistero) con l'epilogo della
“macelleria messicana” di Piazzale Loreto deplorata da Ferruccio Parri ma
allestita per cancellare frettolosamente vent'anni di storia d'Italia che
l'agenda del 1942 concorre a riscrivere, senza conformismo e paura della
verità.
Da: l’Editoriale
del “Giornale del Piemonte”, 12 luglio 2015
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