di Domenico Bonvegna
E' stato un mese di luglio
di fuoco, non tanto per il caldo, ma per i continui attacchi terroristici di
matrice fondamentalista islamica. I più clamorosi, proprio perchè hanno
attaccato l'Europa, sono a Dacca in Bangladesh (il luogo era frequentato da
europei), Nizza, Monaco di Baviera, Rouen in Francia. Non solo questi, poi ci
sono gli attacchi quasi ogni giorno in Siria, Iraq, in Nigeria, in Pakistan,
ovunque operano le organizzazioni fondamentaliste islamiche. E' chiaro che poi
esistono altri focolai di guerra, più o meno caldi. Di fronte a questo
scenario, talvolta apocalittico, che cosa si può dire e scrivere. Sicuramente,
siamo coinvolti in una guerra, lo ammettono perfino gli ultrapacifisti, è la terza
guerra mondiale a pezzi, come l'ha chiamata Papa Francesco? Veramente per altri
studiosi sarebbe la quarta, mentre la terza era la cosiddetta Guerra Fredda.
Comunque sia, siamo immersi tutti dentro, cristiani, musulmani, atei devoti o
meno.
Una guerra di religione?
In questi giorni si sta
discutendo anche animosamente sulle parole del Papa che più di una volta, ha
categoricamente escluso che questa però non è una guerra di religione. “Assolutamente
comprensibile da un punto di vista strategico. Avvallare l’idea jihād. ista che
sia in corso un conflitto fra l’islam e il Cristianesimo-Occidente (per la
maggior parte dei musulmani i due concetti continuano a viaggiare in simbiosi)
sarebbe un gravissimo errore. Da un lato darebbe agli ultra-fondamentalisti
islamici un appoggio importante e rafforzerebbe la loro posizione rischiando di
spostare sul fronte jihadista molta popolazione al momento estranea alle
dinamiche in corso, e dall’altra dichiarerebbe un’identità cristiana
dell’Occidente completamente falsa”. (Silvia Introvigne, profilo
facebook))
Infatti è un dato di fatto
che l'Europa, il cosiddetto Occidente, da molto tempo non è più cristiano. Lo ha scritto e detto più volte san Giovanni Paolo
II che non per nulla ha lanciato la Nuova Evangelizzazione. Questo
significa che L'Europa ha bisogno di essere nuovamente evangelizzata. Poi se i
cristiani non operano perchè l'Europa ridiventi cristiana è un altro discorso.
Una guerra
asimmetrica, diversa dal passato.
“Possiamo dire
che l’attuale attacco che stiamo subendo non ha nulla a vedere con la
religione? Mi pare difficile”. Scrive la Introvigne. “Allo stesso tempo,
si può dire che gli attentatori attivi in Europa sono membri di un esercito?
Certamente no, non sono soggetti organici ma questa è una delle componenti
della guerra asimmetrica in corso oggi”. Dobbiamo cancellare“l’immagine
della mappa appesa al muro con i carri armati e truppe in avanzamento, con
bandierine puntate ad indicare un nuovo territorio occupato, deve andare in
soffitta fra le cose vecchie”.
Tuttavia la
nuova guerra non è più quella del passato, è quella del terrorista suicida, “del
drone che colpisce senza essere avvistato, del vicino di casa che parte armato
solo di coltello, dell’agente segreto che sembra un bonaccione, dell’analista finanziario
che brucia o fa guadagnare milioni di euro con un click sul computer”.
Un conflitto tra l'islam e un mondo che non crede in nulla.
Un conflitto tra l'islam e un mondo che non crede in nulla.
Un'altra
riflessione, offre Silvia Introvigne, ed è la più importante; esperta di islam
e autrice di un libro “Jihad”, scrive che stiamo“assistendo non a un
conflitto fra religioni ma fra fedeli di una religione animati da una forte
convinzione da una parte e un mondo senza alcuna fede dall’altro”.
In pratica troviamo“da una parte una
Ragione razionalista, puramente sperimentale e quindi relativista, senza
Religione, e dall'altra una Religione senza Ragione come sottolineava
Benedetto XVI nel famoso discorso di Ratisbona”.
L'Occidente
laicizzato non sa più comprendersi, soprattutto non sa rispondere all'invadenza
di una religione “muscolosa” come quella islamica. Il nostro mondo, in
particolare, quello francese, risponde con l'abolizione della religione,
educando alla laicité i musulmani che arrivano nelle nostre città. Non si
comprende che“proprio la totale mancanza di senso della vita, l’esistenza
votata al nulla proposta dal nostro mondo nichilista genera il terrorismo”.
Del resto,
scrive la Introvigne,“La natura aborre il vuoto e questo vale anche per la
mente e il cuore dell’uomo. Dove cuore e mente restano vuoti di significati per
cui vale la pena vivere, lavorare, piangere ma anche sorridere, si insinua la
disperazione. E’ noto che i gruppi ultra fondamentalisti islamici spendono
soldi ed energie per organizzare reti di contatti, di stimoli per giovani e
meno giovani soli, demotivati, annoiati. A questi propongono compagnia, anche
nelle ore notturne, propongono la scoperta del brivido, la speranza che ci sia
una vita più bella, più gratificante per cui vale la pena di sacrificare la
propria e morire per Allah.
Alla violenza che grida il nome di Dio, non si può rispondere con “Dio è morto” ma solo con “Dio è vivo ed è Gesù Cristo” il quale non ha scelto una via pacifica per salvare l’umanità ma la morte, vinta con la resurrezione”.
Alla violenza che grida il nome di Dio, non si può rispondere con “Dio è morto” ma solo con “Dio è vivo ed è Gesù Cristo” il quale non ha scelto una via pacifica per salvare l’umanità ma la morte, vinta con la resurrezione”.
Dovere di
proteggere la comunità. Documento di Alleanza Cattolica.
Pertanto in
questo grave momento storico che stiamo vivendo sono ragionevoli le quattro
riflessioni proposte dall'associazione Alleanza Cattolica, in un
documento pubblicato su comunitambrosiana.org subito dopo il
barbaro assassinio di padre Jacques Hamel. L'associazione si
unisce alla preghiera del S. Padre e di tutti i cristiani, ma ricorda anche i
tanti sacerdoti e religiosi e fedeli in Cristo che ogni anno vengono uccisi
selvaggiamente solo perché cristiani in tante parti del mondo.
“Non è possibile accorgersi
della persecuzione quando avviene a casa nostra o nelle immediate vicinanze. Si legge nel documento, “Se
oggi essa è arrivata senza ostacoli nel cuore dell’Europa con modalità così
simbolicamente crudeli è anche perché ha potuto agire nella quasi totale
indifferenza dell’Europa e dell’Occidente quando si è scatenata in Siria, in Iraq, in
Nigeria, in Pakistan, in Cina”. Pertanto per Alleanza
Cattolica,“il primo serio antidoto all’aggressione terroristica che raggiunge
gli altari delle Chiese, dopo aver colpito innocenti nelle strade e sulle
piazze, è dedicare a ogni cristiano privato della casa e dei beni, ferito o
ucciso nel più remoto angolo del mondo la medesima attenzione giustamente avuta
verso p. Jacques”.
Nella seconda riflessione,
Alleanza Cattolica condivide le tesi di papa Francesco: è fuorviante usare la
categoria di guerra fra religioni. Parlare di guerra di religione
si fa solo un favore all'Isis, al “Califfato”, che fa di tutto per contrapporre
l'Islam ai cosiddetti “crociati”, cioè tutti gli occidentali. Infatti per
Alleanza Cattolica,“l’ultimo errore da compiere è assecondare una propaganda
che invece attrae e aggrega proprio fondandosi su questa divaricazione,
spingendo poi a compiere attentati chi condivide questa contrapposizione”.
Inoltre l'associazione è
consapevole che per il cristiano esiste la possibilità di un eventuale martirio
personale, che non si sceglie e non si programma, ma esiste anche“la
doverosa difesa di sé stessi e della propria comunità di fronte all’aggressione
ingiusta, soprattutto quando si manifesta in modo così deciso, mirato e
coordinato. Doverosa, come ricorda – col costante Magistero pontificio – il Catechismo
della Chiesa cattolica allorché, a proposito della legittima difesa, parla
del “grave
dovere, per chi è responsabile della vita di altri, del bene comune della
famiglia o della comunità civile“, e della esigenza “che si ponga l’ingiusto
aggressore in stato di non nuocere“, anche
attraverso il legittimo uso delle armi (§§ 2265-2266). Garantire condizioni
di sicurezza e di ordine pubblico è parte del lavoro per il bene comune, al
quale esorta da sempre la Dottrina sociale cristiana”.
Nell'ultima riflessione
Alleanza Cattolica chiama in causa le comunità musulmane in Italia e in Europa,
esigendo da loro lealtà e trasparenza e una fattiva
collaborazione. “Perché se va rifiutata la categoria della guerra fra
religioni, è impossibile negare che gli attacchi terroristici muovono da
richiami e proclami dell’ultra fondamentalismo islamico: è interesse di
tutti – in primis delle comunità musulmane – isolarli e renderli
marginali. Ed è dovere dello Stato fare in modo che sia così”.Va in
questa direzione la partecipazione di alcuni gruppi di musulmani alle Messe di
domenica? Per monsignor Antonio Livi, è un atto insensato. Per il sociologo
Massimo Introvigne, "Il gesto va apprezzato, come hanno fatto i vescovi
cattolici, per quello che è. Non sopravvalutato nei suoi effetti, perché
l'esperienza dimostra che la sparuta minoranza terrorista e criminale non tiene
molto conto dell'opinione della maggioranza dei musulmani. Ma neppure
sottovalutato nella sua positiva portata simbolica".
Infine, per l'ultimo dei
fedeli, cioè noi, non rimane che accettare l'invito del papa a pregare “e questa è la cosa più importante, più urgente perché
solo la preghiera può muovere i nostri cuori e le nostre forze per vincere una
guerra che è tanto più grande di noi. Alla forza jihadista islamica si deve
rispondere con la forza del cristianesimo, solo la Verità può combattere
l’errore. Ma non pensiamo che tutto avvenga per via miracolistica, la preghiera
genera salvezza perché da all’uomo la forza di agire secondo verità e solo la
verità può salvarci, anche dal dilagare del terrorismo. Pregare e agire, con la
disponibilità a soffrire per salvare il mondo”.
“Cum Petro e
sub Petro”.
In conclusione una precisazione in merito all'articolo
di Massimo Franco su Il Corriere della Sera del 29 luglio scorso, dove
coinvolge Alleanza Cattolica in una ipotetica “guerra dei tradizionalisti
contro papa Francesco”, riguardo alla questione “guerra di religione”. Il
giornalista probabilmente non ha letto il documento che ho sintetizzato sopra,
e molto probabilmente non ha letto Cristianità e non sa nulla di Alleanza
Cattolica. Per fortuna c'è internet e si riesce a rispondere subito. Così il
reggente nazionale, Marco Invernizzi, ha risposto prontamente con un
comunicato:“Alleanza Cattolica sta con il Papa, sempre. Non con un
Pontefice, ma con quello che siede sul soglio di Pietro in questo
momento storico, erede di una tradizione ininterrotta da San Pietro a
Francesco. L’idea di contrapporre un Papa a un altro le è estranea perché
tipica di una mentalità che privilegia la “rottura”
rispetto alla “riforma nella continuità”, che è esattamente
quanto Benedetto XVI ha insegnato nel 2005 a proposito del Concilio Vaticano
II, ma che vale ancor di più per l’insegnamento dei Pontefici. Che questa
rottura avvenga nel segno del progressismo o di un supposto tradizionalismo
poco importa, rottura rimane”.
Peraltro Invernizzi ha
ricordato che ha scritto un libro proprio su san Giovanni Paolo II e nelle
presentazioni non si è mai sognato di contrapporre un Papa contro un altro.
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