Secondo voi come si deve sentire uno che ha appena finito di leggere il documentato pamphlet di Mario Giordano, “Tutti a casa”, col sottotitolo: “Noi paghiamo il mutuo loro si prendono i palazzi”, edito da Mondadori(2013) e poi legge il giornale di oggi, il mio quotidiano: LaCrocequotidiano che ha provocatoriamente messo in prima pagina il titolo: “L’Italia lascia sola la famiglia”. Un editoriale con annessa la fotografia straziante della famigliola siciliana che ha in mano la piccola bara bianca della povera Nicole, la bambina morta subito dopo la nascita in Sicilia.
Il giornale commenta i dati dell’Istat dove si certifica che una famiglia su quattro vive un profondo disagio economico, mentre un italiano su tre è a rischio povertà. Numeri altamente preoccupanti. “Nella foto c’è lo Stato italiano – scrive Adinolfi – è l’Italia che lascia sola la famiglia, la isola, l’impoverisce, la sfotte quando numerosa sale sul palco del festival di Sanremo a parlare di Provvidenza e di Cristo, quando solo Cristo ormai presta orecchio e ascolto alle preghiere che si levano”.(M. Adinolfi, La politica che scambia le priorità, 20.2.15, LaCrocequotidiano)
Le condizioni della famiglia italiana sono disastrose: da troppo tempo abbandonata a se stessa, ignorata, ed è sempre lei a pagare il conto più salato, infatti si può certamente affermare come ha fatto il professore Introvigne, nel recente convegno di Milano nel gennaio scorso, che è il fisco il nemico numero uno della famiglia. Intanto a quanto sembra per i nostri politici la priorità non è combattere la povertà della famiglia, di quelle mamme e papà, vecchi per la pensione, magari costretti a prolungare l’attività lavorativa, nella quotidiana lotta di dare un futuro ai propri figli disoccupati. No la loro priorità è di “varare una legge sulle unioni omosessuali legittimando il ricorso all’utero in affitto da parte di coppie omosessuali ricche attraverso la ‘stepchild adoption’”.
E se i frutti della “dittatura del desiderio” fanno rabbia alla stragrande maggioranza dei comuni mortali che vivono in una famiglia naturale e in una casa che faticosamente e con innumerevoli sacrifici, sono riusciti a comprare. Ci sono ben altri motivi che fanno arrabbiare, anzi infuriare e sono per esempio quelli che racconta Mario Giordano nel suo libro. Si tratta dei tanti furbetti, quelli che contano, dai presidenti del Senato a quelli della Corte dei conti, allo sceriffo di Equitalia ai grandi sindacalisti, ai ministri, ex ministri, agli alti burocrati, ai figli dei deputati, degli onorevoli, alle star del cinema a quelle della musica, che si sono impossessati di case, appartamenti, megaville appartenenti ad enti pubblici e previdenziali, a prezzi stracciati. Tutte queste persone diverse per età, per formazione culturale, per ruolo e per partito politico, almeno fino a qualche anno fa, citate nel libro di Giordano, hanno tutte una passione comune: quella per il mattone, per la casa.
Mario Giordano riesce a mettere insieme con pazienza certosina, una miriade di dati, informazioni, di documenti, sugli acquisti di case, ville, appartamenti, dei vari potenti, i soliti notabili, dei politici, burocrati, quelli delle istituzioni. Qualcuno lo ha anche indicato come uno che intende alimentare l’odio e l’invidia sociale, e forse, con questo mio servizio rischio anch’io di fare la stessa fine. Peraltro, Giordano è consapevole che i suoi libri spesso alimentano le vendite di Malalox(…) le tante ingiustizie provocano bruciori di stomaco. La stessa cosa è capitata con Sanguisughe e Spudorati, dove denunciava i costi della politica e gli sprechi della casta.
Il testo parte dalla vendita del palazzone di Via Arenula 34, in pieno centro a Roma. Il palazzo di proprietà dell’Inail, qui in un unico palazzo si sono viste tutte le diverse tipologie di scandali del mattone. Sono “quelli che comprano a prezzi scontati e magari poi rivendono, sono quelli che ci guadagnano mentre le casse pubbliche ci perdono, Quelli che pagano a metà prezzo. Quelli che ‘l’ho fatto per i mii figli’”. Questi potenti con nome e cognome, comprano molto e, soprattutto, comprano con lo sconto, spesso da un ente pubblico previdenziale, con il 30, 40, fino al 70-80 per cento in meno del valore di mercato.
Quello che è accaduto in Italia negli ultimi vent’anni secondo Giordano “è un vero e proprio saccheggio del nostro patrimonio immobiliare, avvenuto quasi sempre nel rispetto della legge, ma con meccanismi incredibilmente perversi…”. Pertanto il giornalista si chiede: “com’è possibile comprare una casa dal Comune di Roma pagandola 26.000 euro, cioè meno di un camper?”
Nel libro Giordano fa i nomi degli insospettabili, “quelli che non t’aspetti, che sono al di sopra di ogni sospetto, quelli che controllano, che sono nemici degli sprechi, censori dei privilegi. Quelli che tuonano contro il malcostume (…) Quelli che non perdono occasione per impartire lezioni, quelli che chiedono sacrifici”, e poi li vedi comprare case a prezzi di favore. I casi sono due: “o questi insospettabili hanno tutti uno straordinario senso degli affari o anche per gli insospettabili è lecito avanzare qualche timido sospetto”.
Alla fine di ogni capitolo Giordano sinteticamente mette in tabella “chi ha risparmiato di più”, facendo sempre riferimento alle stime del Cerved, si arriva a percentuali che toccano quasi l’80% del risparmio.
Sfogliando il libro inchiesta, troviamo “Quelli con il papà (o il marito) importante”, “Quelli che ‘sì, ho la casa al Colosseo ma mio padre non c’entra nulla’, “Quelli che non abitano mai a Centocelle o a Primavalle”, “Quelli che in periferia ci vanno quando sbagliano strada”, “Quelli che il mutuo non sanno che cosa sia”. Probabilmente dovremmo mettere sotto la stella della Repubblica, quello che diceva Flaviano: “tengo famiglia”. Ironicamente Giordano scrive che certamente siamo un popolo di eroi, santi, navigatori, ma siamo soprattutto “ figli, mariti, cugini, cognati…Con Parentopoli abbiamo rovinato le università, gli ospedali, i giornali, per non dire dei partiti: persino quelli che ce l’avevano duro si sono sciolti come burro al sole di fronte alle ambizioni del Trota di casa”.
Naturalmente i casi più eclatanti sono quelli che appartengono al cosiddetto Palazzo, i politici, quelli che comandano (o almeno che comandavano), quelli che guidano le città, le Regioni, che hanno guidato il Paese. Quelli che hanno presieduto la Camera o il Senato. Quelli che sono in Parlamento, nel sindacato…Quelli che erano estremisti di destra o di sinistra. Quelli del Pd o del Pdl. Quelli che hanno cambiato più partiti che magliette della salute. Alla fine tutti questi personaggi, per quanto diversi, “hanno tutti almeno una cosa in comune: un bell’appartamento, perlopiù comprato (con lo sconto) da enti pubblici o assicurazioni”. Anzi si corregge Giordano: “in effetti c’è un elemento che li unisce tutti, davvero trasversale, è il risparmio immobiliare: li spariscono le differenze di partito, quelle di provenienza geografica o di estrazione sociale, spariscono le lontananze ideologiche e quelle culturali”.
Naturalmente per chi è interessato rinvio alla lettura del libro-denuncia (potete conoscere i nomi dei privilegiati, volutamente ho evitato di farlo nel servizio) che mette a nudo tutta la verità sulle case dei vari notabili, senza diventare un mattone. Il testo conclude ironicamente Giordano, “…dimostra che non è vero che i politici non risolvono mai nessun problema: quello della casa l’hanno risolto benissimo. Solo della loro, però”.
Domenico Bonvegna
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