di Carmelo Bonvegna
Le “Insorgenze” furono le rivolte popolari che
scoppiarono in Italia contro la dominazione napoleonica a partire dal 1796.
Una pagina negletta dalla storiografia ufficiale e quasi inesistente nei testi
scolastici che, quando ne fanno cenno, la
interpretano o in chiave di pre-risorgimento o di pre-lotta di
classe: la prima è la
nazional-fascista che vide gli “insorgenti” di Binasco, Pavia, Arquata
Scrivia, Lugo in Romagna, quelli delle “Pasque Veronesi”, i “Lazzaroni” napoletani, i “Sanfedisti”
calabresi, i toscani di “Viva Maria!” come Italiani combattenti contro lo
“straniero” francese; la seconda, la marxista, che li immaginò “sfruttati” delle “classi subalterne” che
prendevano fucili e forconi contro i “padroni” delle “classi dominanti”.
Ambedue le interpretazioni sono
falsate perché non tengono conto della Religione che nelle “Insorgenze”
fu, invece, fondamentale: il “basso popolo”, infatti, insorse al suono
delle campane come nella Vandea francese, per difendere la proprietà dai
saccheggi degli invasori ma soprattutto la Religione che le armate
francesi e i giacobini italiani chiamavano “superstizione”. I morti
furono decine di migliaia!
Qualcuno ha paragonato l’“Insorgenza”
a un fiume carsico che ogni tanto ripolla e riemerge nella Storia della nostra
Nazione; in tal modo se ne è voluta vedere una continuazione nelle rivolte del
Sud (1861-63) – per disprezzo dette “brigantaggio” – contro i Piemontesi
che, guarda caso, anch’essi chiamavano “superstizione” la Religione dei “cafoni”
meridionali; altri la protende addirittura fino al “18 Aprile 1948”, cioè
alla vittoria elettorale cattolica contro il socialcomunismo, cosa che fu sentita da molti come vera e propria
Liberazione.
Aggiungendo un po’ di personale
fantasia, ho pensato ad una “insorgenza” a proposito di ciò che è
accaduto a Rozzano prima di Natale: vi è stato un coro unanime
del “basso popolo”, appunto, contro chi sembrava volesse abolire
la Festa nelle scuole, l’alfonsiano “Tu scendi dalle stelle”, il
presepio, Gesù Bambino…, insomma quelle cose “sacre” alla Fede e alla
“magia” dei ricordi che per Natale ci fanno tornare al piccolo mondo antico
dell’infanzia, alle preghiere con la mamma e alle favole raccontate dai nonni
accanto al focolare... È sembrato, infatti, alla stragrande maggioranza dei
“semplici”, frequentatori o no di chiese, impolitici per definizione e lettori
improbabili di giornali, che qualcuno – “cattivo” – avesse tentato di abolire
tutto ciò; ed è bastata questa percezione per scatenare una protesta
popolare in cui si minacciarono – io ho visto – non “reazioni bieche di
estremisti” come racconta il VIVIROZZANO di dicembre, ma raccolte di firme,
assembramenti di genitori davanti alle scuole, irruzioni e perfino cortei; anche politici locali sono subito
accorsi a “difendere” il Natale
“negato”, forse gli stessi che nel 2010 avevano votato contro l’ostensione del Crocifisso
nell’Aula consiliare e nel 2013 le “unioni civili senza distinzione
di sesso”. I gazzettieri/giornalisti e tutte le televisioni hanno fatto il
resto creando ciò che alcuni chiamano già col titolo di “i fatti di Natale a
Rozzano”.
Ora, passata
l’Epifania, è giusto fermarsi a riflettere su quanto è accaduto. Occorre – “a
mio debol parere” – procedere da una constatazione: è sotto gli occhi di tutti
che il “Padrone del mondo” e le dipendenti consorterie “massoniche”
stanno tentando con ogni mezzo la cancellazione del “sacro” e
della “Religione”, creando un clima di ostracismo perfino nei
confronti di Dio che vogliono bandire (v. “la Repubblica” del
9-III-2015: “La democrazia deve chiedere l’esilio di Dio”). Così – stringendo
l’obiettivo sul nostro argomento – dirigenti, insegnanti, alunni non possono non risentire di tale clima nella
Scuola; e a chi vi sta dentro, salvo singoli “eroici furori”, conviene
adeguarsi “pro bono pacis” o quieto vivere, pena il biasimo, l’ironia e
l’emarginazione più o meno larvata: il presepio, la festa, la canzoncina o la
poesia natalizia, il Bambinello sono soltanto dettagli “annuali” nel
panorama generale di indifferenza o di aperta ostilità nei
confronti della Religione Cattolica. Se questi “dettagli”
a Rozzano hanno suscitato la “rivolta” inaspettata e spontanea, è quasi
un miracolo da meditare e studiare. Ciò, infatti, dimostra che il cosiddetto “popolo”,
sempre tirato in ballo dai suoi difensori “d’ufficio”, non è ancora
pronto per il completo rifiuto del sacro e resta duro, nonostante politici,
intellettuali della carta stampata e comparse delle televisioni facciano a gara
per renderlo malleabile al loro verbo.
Detto questo, aggiungo che i
genitori e i nonni “insorti” contro un preside che non hanno mai visto né
conosciuto, forse non si sono ancora accorti che nelle classi dei loro figli e
nipoti è da decenni che si “festeggia” solo un “natale sanamente laico”,
come dicono lorsignori, cioè una sorta di baraonda buonista dicembrina
coi “cingombè” e “babbinatale”, lontani anni luce dal Natale vero: brave
maestre non nominano Gesù Bambino se in aula c’è l’alunno di religione
diversa che, immaginano, potrebbe essere “discriminato” e altre, per
l’occasione, preferiscono ripiegare sulla favola di Pinocchio… Del resto perché
criticarle se anche qualche vescovo vuol
fare “passi indietro” e preti confusi non celebrano la messa in
scuole…“cattoliche” per non urtare alunni di altre religioni! E, tuttavia,
io credo che la cancellazione, vera o presunta, del “Tu scendi dalle stelle”
sia cosa del tutto secondaria rispetto a ciò che di “sacro” nelle scuole le suddette massonerie si apprestano a
demolire e che genitori e nonni probabilmente ignorano; questi, infatti, non
sanno che si tenta di introdurre nelle classi anche la “teoria del gender”,
secondo la quale il sesso non viene dato dalla natura fin dalla nascita –
maschio e femmina – ma dalla “cultura”
successiva; in parole povere, anche la Scuola si prepara ad insegnare agli
alunni come scegliere se essere… maschi o femmine! Teoria che il grande Papa
Francesco ha chiamato, giustamente, “sbaglio della mente umana” (Discorso
del 21-III- 2015)
Così stando realmente le
cose, e per tornare al Natale “negato”, non c’è da stupirsi se alcuni “primi
della classe” nelle scuole – è dal “1968” che, con la loro saccenza,
imperversano nei collegi, consigli, commissioni e concionano e criticano
e organizzano “progetti” costosi e “mostre” e decidono a nome di tutti, anche
dei “cattolici” che, intimiditi da tanto attivismo, “non compariscono” direbbe
Machiavelli…! – costoro, spinti dall’humus generale a-religioso, credono
sia arrivato il momento di fare un passo avanti verso la futura e completa cancellazione
di cui dicevo; e, puntuali, ad ogni dicembre, provano a trasformare il
Natale in “festa dell’inverno” o “della luce” o “di fine anno”. Intendiamoci,
“nihil novi” se è vero che già la rivoluzione in Francia (1792), poco prima
delle nostre “Insorgenze” aveva rimosso il calendario cristiano, cambiando il
nome ai mesi e aveva portato in Notre Dame una donna discinta, simbolo della
“dea Ragione”; cose riproposte, poi, dai sistemi totalitari del XX secolo: vedi
le carnevalate pagane che nazional-socialisti organizzarono in Germania dopo il
1933 con donne nude su carri allegorici o la completa abolizione delle feste
religiose e la demolizione delle chiese nei paesi comunisti…
Intendo dire che del Natale vero –
quello del “Puer natus in Bethlehem Juda in diebus Herodis regis” – nella gran parte della nostra società (non
nelle scuole soltanto!) non c’è rimasto quasi niente se non le folle agitate
nei supermercati aperti anche il 25 Dicembre per “la corsa all’ultimo regalo”,
gli “auguroni” incrociati per non si sa bene chi o che cosa, il “cenone”
pantagruelico della notte del 24, i film melensi e a sfregio della decenza
detti perfino “di natale”...
Concludo. Ciò che sbalordisce è che
questo “niente”, secondo lorsignori, dovrebbe avere un “peso” nel
discorso della “multicultura” e del “dialogo” magari per frenare
il…terrorismo islamista: così, da un lato
l’Islam, religione forte e
lanciata, e dall’altro noi occidentali col “niente” in mano, denudati
volontari del nostro Cristianesimo e dei suoi valori, i simboli, la
sua storia di venti secoli, la sua civiltà e la sua forza; noi a cui
hanno insegnato solo le orazioni della “nuova religione” come “tolleranza”,
“libertà”, “democrazia”, “integrazione”! Ma forse qualcuno, dopo aver fomentato
la “corruzione” nella nostra società, spera che, a contatto con
l’Occidente, si corrompa anche l’Islam e si riduca – volontario! – al
nostro “niente” fatto di
pacifismo, femminismo, sesso,
droga, pance piene, movida notturna, privacy, disordine morale, sfascio della
famiglia vera e creazione di un’altra innaturale, eutanasia anche dei bambini,
divorzio “lampo”, omosessualismo, figli di “due mamme” e senza padri o di “tre”
persone, utero in affitto, perdita di identità, vuoto, nichilismo…
Fra queste belle cose ci sono anche i “valori”
di cui ha parlato Renzi nella conferenza di fine anno?
Domande: e se la “corruzione”
degli islamici non sortisse l’effetto sperato e rimanesse un sogno dei
corruttori occidentali? E se quelli si rivoltassero a tale ignobile tentativo?
Io penso che il nostro “niente”/“identità perduta” provocherà,
prima, meraviglia e sconcerto nei musulmani consapevoli e, poi, disprezzo;
non oso pensare cosa potrà provocare nella mente malata dei barbuti di “Allah
akbar!” e nella frazione degli accoltellatori muniti di kalasc e tritolo!
Se crediamo nel Dio Bambino,
quello del Natale vero, ci conviene
pregarLo
– in ginocchio – affinché liberi noi
dalle “male occasioni”.
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