- Infallibilità e
indefettibilità della Chiesa
La Chiesa nella sua storia è passata attraverso
le più gravi difficoltà: persecuzioni esterne come quelle che hanno
caratterizzato i primi tre secoli di vita e che da allora la hanno sempre
accompagnata, e crisi interne, come l’arianesimo del IV secolo e il Grande
Scisma d’Occidente. Ma il processo di “autodemolizione”della Chiesa,“colpita
da chi ne fa parte”, di cui Paolo VI parlava fin dal 1968, appare come una
crisi senza precedenti per la sua ampiezza e profondità.
Lo diciamo in spirito di profondo amore al
Papato, rifiutando ogni forma di gallicanesimo, di conciliarismo, di
anti-infallibilismo, in una parola ogni errore che voglia diminuire il ruolo e
la missione del Papato. Professiamo, con tutta la Chiesa, che sulla terra non
esiste autorità più alta di quella del Papa, perché non c’è missione né carica
più elevata della sua. Gesù Cristo, nella persona di Pietro e dei suoi
successori, ha conferito al Romano Pontefice la missione di capo visibile della
Chiesa e di suo Vicario. La costituzione dogmatica Pastor aeternus del Concilio
Vaticano I ha definito i dogmi del Primato Romano e dell’infallibilità
pontificia. Il primo afferma che il Papa ha una potestà di giurisdizione
suprema, ordinaria ed immediata, sia su tutte e singole le Chiese, sia su tutti
e singoli i pastori e fedeli. Il secondo dogma insegna che il papa è
infallibile quando parla “ex cathedra”, vale a dire quando nella sua
funzione di supremo Pastore definisce che una dottrina in materia di fede e di
morale debba essere tenuta da tutta la Chiesa.
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