di Luca Fumagalli
Dedicato a tutti quelli che cercano ogni giorno di viver da Cristiani Cattolici, nonostante tutto.
Scrivo queste poche righe con le lacrime agli occhi e anche con una certa rassegnazione poiché penso che comunque non cambierà molto nel cosiddetto mondo “tradizionalista una cum e non una cum” che, bene o male, condivide la stessa Messa.
Sono forse il più folle e lunatico “tradizionalista” che abbia frequentato e che frequenta diverse realtà conservatrici e che, negli anni, anche se con fatica, ha provato a voler bene davvero ad ogni singolo fedele. Alcuni se ne sono andati, diversi sono ritornati o hanno abbandonato la Fede, altri ancora hanno seguito false convinzioni teologiche; qualcuno, per il gusto di cambiare, ha girovagato per seminari e per realtà così diverse tra loro che alla fine è ritornato all’origine o si è arreso al modernismo.
Spesso, però, la colpa di tutto ciò non è solo dei fedeli instabili, ma anche delle attenzioni che gli altri credenti o i sacerdoti hanno nei confronti dei nuovi arrivati. È vero che le cappelle e le chiese ove si celebra la Messa di sempre hanno preti certamente più in gamba di quelli delle parrocchie “normali”, ma è altresì vero che a volte manca un po’ di comprensione umana verso coloro che magari si sono accostati a questa realtà solo da poco e che non sanno ancora quali siano le regole e gli atteggiamenti da avere per vivere bene la Fede Cattolica autentica.
Io, purtroppo, l’ho imparato solo da poco, nonostante sia tra i vecchi conservatori: con la durezza o la rigidità a tutti i costi verso coloro che vorrebbero vivere meglio la loro Fede, si ottiene solo l’effetto opposto.
Poiché siamo uomini e donne liberi, se forziamo il prossimo a fare qualcosa che non gli piace, pur essendo giusta, o lo attacchiamo senza usare un po’ di misericordia, non lo guadagniamo a Dio ma rischiamo di allontanarlo. Alcuni santi come Filippo Neri e don Bosco, che spesso viene citato durante gli esercizi spirituali di sant’Ignazio, ce lo ricordano molto bene. Il primo infatti soleva ripetere: «Non fate i maestri di spirito e non pensate di convertire gli altri; ma pensate a regolare prima voi stessi»; e il secondo: «Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi. Per evitare rivalità ed ostilità io debbo tenere il metodo finora seguito: fare senza dire. Dite ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso. Noi qui facciamo consistere la santità nello star molto allegri».
Nelle nostre piccole realtà, simili a volte all’Isola che non c’è, manca il concetto di comunità che invece ben si realizza, anche senza un fondamento Cattolico serio, nelle parrocchie. È vero, veniamo da posti diversi, spesso molto distanti tra loro, tuttavia i mezzi di comunicazione attuali ci danno enormi possibilità che ritengo andrebbero sfruttate. Se è vero che non siamo obbligati a sentirci una comunità, è pur vero che di questo passo si tornerà molto presto a chiese domestiche: quando i legami non si saldano tutto finisce. Chi impedisce ai fedeli di trovarsi dopo la Messa tra loro per qualche Agape conviviale o contattarsi tramite i moderni strumenti tecnologici per scambiare due chiacchere o recitare il Rosario e le preghiere del mattino e della sera?
Se alcuni santi non si vergognavano di pregare nei posti più impensati, persino in bagno, perché non utilizzare i media per fini utili e nobili indipendentemente dal luogo ove ci troviamo? Chi ci impedisce di ritrovarsi per organizzare insieme le vacanze invernali o estive?
Impariamo a fare comunità e a rispettarci tra noi. È vero, le posizioni teologiche sono molto importanti, però converrete con me che se uno sceglie un tipo di Messa sta già facendo un buon passo verso la Verità. Purtroppo l’unica cosa certa è che questo è forse il periodo storico più buio che la Chiesa abbia mai vissuto. Sarebbe pertanto utile che coloro che hanno la stessa visione comincino a vivere come se facessero parte di una comunità, “una cum” i primi, “non una cum” i secondi. Quando e se questa disputa verrà risolta, allora entrambi potranno riunirsi e pregare insieme per poi un domani far rinascere le parrocchie di una volta.
Non vorrei che questo venisse preso come un articolo sentimentalista. Piccole o grandi comunità che creino legami di preghiera, di amicizia e di vera fratellanza e, chissà, magari anche proposte lavorative condivise, secondo ritmi cristiani, sono importantissime.
Alla fine di tutto, però, ciò che importa davvero è la Santità. Non stanchiamoci mai di averla come chiodo fisso e tutto intorno a noi, nonostante fatiche e tribolazioni, si trasformerà in gioia.
Amiamoci gli uni gli altri come Lui ci amati e impariamo che non c’è amore più grande del dare la vita per i propri Amici. Senza vergogna, sine timore, creiamo legami seri di amicizia tra noi e saremo luce del mondo e sale della terra, poiché la nostra amicizia sarà l’immagine della Sua. Questo ce lo ricorda Pio XIII che cita a sua volta sant’Agostino: «Se vuoi vedere Dio, hai a disposizione l’idea giusta: Dio è Amore. Ma se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dioche non vedi?»
Amiamo i nostri amici e ancor più i nostri amici cattolici, altrimenti come potremmo esser credibili difronte agli altri? «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16)
Prima di salutarvi, vi dedico questa poesia di Jorge Luis Borges, da me rielaborata in Catholicstyle, sperando possa piacervi e nella speranza che possiate condividerla con coloro a cui più volete bene e che magari chiamate Amici o Amiche.
Non posso darti soluzioni
per tutti i problemi della vita
Per i tuoi dubbi o timori ti dico confida in Dio,
poiché io posso solo ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato
né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo
non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito a consigliarti e a stimolarti sulla via del Bene
e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti
dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio
necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei, pregare perché viva ogni tuo giorno da Cristiano
ed essere tuo amico.
da: www.radiospada.org
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