di Domenico Bonvegna
Finalmente un giornale ha il coraggio di denunciare una vergognosa
consuetudine che dura da molto tempo. Mi riferisco alle troppe multe
indiscriminate che gli automobilisti italiani devono pagare per infrazioni
trappole, che i vari Comuni preparano per loro. E' un argomento che avevo
affrontato qualche anno fa, sottolineando in particolare l'aspetto delle cifre
alte che gli automobilisti distratti dovevano pagare, in merito ad una semplice
sosta vietata o al superamento di una cifra irrisoria sul limite di velocità.
Sabato scorso, se ne è occupato dell'argomento, “La Verità”,
quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: “Denunciati i Comuni che
fabbricano multe”, articolo di Carlo Piano, in prima pagina. Il
giornalista intervista il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, denuncia
le amministrazioni comunali che incassano milioni con gli autovelox e con tante
altre multe irregolari. Pare che la sicurezza stradale sia l'ultima delle
preoccupazioni dei sindaci e che si pensi solo a fare cassa per tappare i buchi
creati da altre voci di bilancio.
La Verità riporta le cifre e sono veramente scandalose, nel 2016, gli
automobilisti hanno pagato 1,7 miliardi di euro di multe + 46%, rispetto
all'anno precedente. In pratica per i Comuni le multe sono diventate una
fabbrica di soldi. Nessun settore economico registra una crescita così
enorme. 1,7 miliardi è una cifra enorme. Su 100 multe, 84 sono elevate dalle
polizie locali e “vanno a rimpinguare le prosciugate casse dei nostri
Comuni”, che per legge dovrebbero reinvestire il 50 per cento in sicurezza
stradale, ma non lo fanno mai.
Sembra che la maggior parte delle contravvenzioni sono quelle più facili
da elevare. Si tratta di multe per divieto di sosta ed eccesso
di velocità riscontrato dagli autovelox. Infatti per queste infrazioni
non è necessaria la presenza fisica del vigile. Per quanto riguarda
l'autovelox, è diventato un vero e proprio tormentone per gli automobilisti.
Spesso sono piazzati nascosti e in presenza di limiti di velocità assurdi. Pare
che in Europa siamo i primi nell'incremento di sanzioni per eccesso di
velocità.
Queste multe diffuse, per il presidente dell'Aci, sono la tragica
conseguenza della mancanza di parcheggi e la debolezza del trasporto
pubblico, che spingono i cittadini a usare l'auto anche quando ne farebbero
a meno. Può capitare anche che gli autovelox
sono segnalati ovunque per disorientare gli automobilisti. Poi esistono
dei limiti di velocità esageratamente ridotti rispetto alle caratteristiche
della strada, messi lì appasta per non essere rispettati.
In un Comune del veronese hanno messo un autovelox a 3 metri d'altezza
perché nessuno lo vedesse. So di un Comune nell'interland milanese che ha
chiuso una strada per alcune ore della notte e così gli ignari automobilisti
quando l'attraversano si buscano 100 euro a notte.
Proprio per questa mancata trasparenza, sembra che“ci sono casi di
comandanti dei vigili rimossi perché si rifiutavano di perseguitare gli
automobilisti e, di conseguenza, non raggiungono il budget
prefissato dal Comune”.
E' chiaro che è giusto e doveroso dissuadere gli automobilisti da
comportamenti pericolosi. Nessuno vuole il far west nella guida
automobilistica. Certamente chi sbaglia e mette soprattutto a repentaglio la
vita di tutti deve pagare, magari fino al ritiro della patente o con il
carcere. E questo è stato sottolineato dal presidente dell'Aci. L'articolo
purtroppo de La Verità, non ha evidenziato il costo elevato di una
contravvenzione, che considero sproporzionato, soprattutto in tempi di forte
crisi economica. Non puoi fare pagare una semplice sosta vietata con una multa
di 86 euro, o il superamento del limite di velocità con 160 euro.
Ma vi rendete conto, quanti sono 160 euro? Per qualcuno, rappresenta, quasi un
quarto di stipendio.
Nell'articolo di qualche anno fa concludevo che se i nostri
amministratori comunali per pareggiare i loro bilanci, per questa necessità,
sono costretti a multare e a tassare a più non posso i propri cittadini, non
sarebbe meglio chiuderli questi Comuni e andare a tutti a casa?
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