di Domenico Bonvegna
Lo
aveva detto nel secolo scorso, Gilbert
Keith Chesterton, il grande scrittore inglese, lo ripete il settimanale Tempi,
nella bella e interessantissima intervista del 19 giugno scorso a monsignor
Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e cardinale di Santa Romana Chiesa. Il
cardinale nell’intervista ha risposto alle sollecitazioni del direttore Luigi
Amicone in merito a temi etici di grande rilevanza e drammatica attualità: l’ideologia del Gender, l’unione gay, il
matrimonio, la famigliae soprattutto la manifestazione “Difendiamo i nostri figli”
del giorno dopo a Roma in piazza S. Giovanni. “E dunque ci siamo. Dopo
il referendum di Dublino e il voto del Parlamento di Strasburgo che raccomanda
a tutti paesi dell’Unione l’istruzione di massa al gender e legislazioni
matrimoniali gay friendly, viene il momento di allinearsi anche per l’Italia.
“Fanalino di coda” dell’Europa, come dice il giornalismo giunto nella fase
della sua automatizzazione e immissione nella catena di montaggio fordista” (Luigi Amicone, Famiglia. Caffarra: «Bisogna che il popolo combatta per la
legge come per le mura della città», 19.6.15
Tempi).
Naturalmente vi invito calorosamentea leggere
integralmente le riflessioni del cardinale, che padre Livio a Radio Marianon ha esitato a definirle una vera Magna
Charta,qui mi limito a presentare alcuni passaggi, è mia intenzione più
avanti presentare uno studio che monsignor Caffarra aveva scritto qualche anno
fa, “L’Amore
insidiato”, il secondo volume del dittico, “Non è bene che l’uomo sia solo. L’amore, il matrimonio, la famiglia
nella prospettiva cristiana”, pubblicati da Cantagalli (2008), che ha
molto a che fare con l’intervista a Tempi.
Le dure riflessioni di Caffarra si snodano in
quattro pensieri: 1°, “Siamo alla fine,
l’Europa sta morendo, forse non ha neanche più voglia di vivere”. Inoltre,
il cardinale ci tiene a precisare che tutte le civiltà che hanno nobilitato
l’omosessualità, sono morte, le uniche che non l’hanno fatto, hanno
resistito per millenni. E il suo pensiero va al popolo ebreo.“Sono stati quei due popoli
che soli hanno condannato l’omosessualità: il popolo ebreo e il cristianesimo.
Dove sono oggi gli assiri? Dove sono oggi i babilonesi? - Si domanda Caffarra - E il popolo
ebreo era una tribù, sembrava una nullità al confronto di altre realtà
politico-religiose. Ma la regolamentazione dell’esercizio della sessualità
quale ad esempio noi troviamo nel libro del Levitico, è divenuta un fattore
altissimo di civiltà. Questo è stato il mio primo pensiero. Siamo alla fine”.
Nel 2° pensiero che riguarda la fede, monsignor
Caffarra si interroga: “come è possibile che nella
mente dell’uomo si oscurino delle evidenze così originarie, come è possibile? E
la risposta alla quale sono arrivato è la seguente: tutto questo è opera
diabolica. In senso stretto. È l’ultima sfida che il satana lancia a Dio
creatore, dicendogli: “Io ti faccio vedere che costruisco una creazione
alternativa alla tua e vedrai che gli uomini diranno: si sta meglio così. Tu
gli prometti libertà, io gli propongo la licenza. Tu gli doni l’amore, io gli
offro emozioni. Tu vuoi la giustizia, io l’uguaglianza perfetta che annulla
ogni differenza”».
Tuttavia, sempre a forma di domanda, il cardinale
continua: “Fino a quando Signore?”. Quando si concluderà
tutto questo abominio che ci circonda. L’ultimo pensiero lo trae da una
risposta che diede a dei pescatori tanto tempo fa. Ripensando a quella
risposta, il cardinale ora si domanda: “tutto
questo tentativo di sfigurare e distruggere la creazione, ha una tale forza che
alla fine vincerà? No. Io penso che c’è una forza più potente che è l’atto
redentivo di Cristo, RedemptorHominisChristus, Cristo redentore degli uomini”.
Il cardinale conclude l’intervista , interrogandosi sui protagonisti, osugli
attori, che devono affrontare questa specie di pandemia in atto oggi nella società odierna. Chi è pronto a
combattere per difendere il buon senso, cioè che “le foglie d’estate sono verdi”.
Fondamentalmente per Caffara in primis
sono i pastori della Chiesa, i vescovi e poi gli stessi sposi cristiani. “I pastori della
Chiesa: perché loro esistono per questo. Hanno ricevuto una consacrazione
finalizzata a questo, la potenza di Cristo è in loro. “Sono duemila anni che in Europa il vescovo costituisce uno dei gangli
vitali, non soltanto della vita eterna, ma della civiltà” (G. De Luca). E
una civiltà è anche l’umile, magnifica vita quotidiana del popolo generato dal
Vangelo che il vescovo predica. E poi gli sposi. Perché il discorso razionale
viene dopo la percezione di una bellezza, di un bene che tu vedi davanti agli
occhi, il matrimonio cristiano”.
Dopo aver raccontato lo straordinario episodio della grande
conversione di S. Agostino tramite l’altro grande vescovo S. Ambrogio, il
cardinale tratta dell’importanza delle Leggi
e a questo proposito cita Eraclito che diceva, “Bisogna che il
popolo combatta per la legge come per le mura della città”. “Più sono invecchiato - afferma Caffarra - e più mi sono reso conto dell’importanza della legge nella vita di un
popolo. Oggi sembra che lo Stato abbia abdicato al suo compito legislativo,
abbia abdicato alla sua dignità, riducendosi a essere un nastro registratore
dei desideri degli individui. Con il risultato che si sta creando una società
di egoismi opposti, oppure di fragili convergenze di interessi contrari”.
Tacito dice: “Corruptissima re publica,
plurimaeleges”. Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto. È la
situazione di oggi. Oggi secondo Caffarra, le leggi si sono ridotte a un
circolo vizioso, “a nastro registratore
di desideri. Questo inevitabilmente genera un sociale conflittuale, di lotta,
di supremazia del più prepotente sul più debole, cioè la corruzione dell’idea
stessa del bene comune, della res publica. Allora si cerca di rimediare con le leggi
dimenticando che non ci saranno mai delle leggi così perfette da rendere
inutile l’esercizio delle virtù. Non ci saranno mai”.
Caffarra fa una interessante critica ai suoi
confratelli vescovi, “noi pastori abbiamo una grande
responsabilità, di aver permesso la irrilevanza culturale dei cattolici nella
società. L’abbiamo permessa, quando non giustificata. Quando mai la Chiesa ha
fatto questo? Quando mai i grandi pastori della Chiesa han fatto questo?”.
Alla fine il settimanale chiede il parere sulla manifestazione
delle famiglie a Roma. “dove cattolici e non cattolici manifesteranno perché venga
mantenuto intatto a livello legislativo il principio che il matrimonio è tra un
uomo e una donna e che il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre,
a essere educato e non manipolato con l’ideologia gender, va salvaguardato da
ogni desiderio degli adulti e ogni istruzione di Stato”.
Il religioso non ha nessun dubbio si schiera con i promotori. “Noi
non possiamo tacere. Guai se il Signore ci rimproverasse con le parole del
profeta: cani che non avete abbaiato. Lo sappiamo, nei sistemi democratici
la deliberazione politica è presa secondo il sistema della maggioranza. E mi va
bene perché le teste è meglio contarle che tagliarle. Però, di fronte a questi
fatti non c’è maggioranza che mi possa far tacere. Altrimenti sarei un cane che
non abbaia. Mi preme soprattutto, e ho molto apprezzato che quella giornata sia
impostata su questo: la difesa dei bambini. Papa Francesco ha detto cheil bambino non può essere trattato come una
cavia. Si fanno degli esperimenti
pseudo pedagogici sul bambino. Ma che diritto abbiamo di farlo? La cosa più
tremenda, il logos più severo detto da Gesù, riguarda la difesa dei bambini”. Tuttavia il cardinale Caffarra è convinto che bisogna
dirlo chiaramente: le unioni tra persone dello stesso sesso è profondamente
ignobile. Glielo dobbiamo dire sempre. Quando il Signore dice al profeta
Ezechiele: “Tu richiama” e sembra che il profeta dica: “Sì, ma non mi ascoltano”.
Tu richiama e sarà chi è da te richiamato
responsabile, non tu, perché tu l’hai richiamato. Ma se tu non lo richiamassi,
sei responsabile tu. Se noi tacessimo di fronte a una cosa così, noi saremmo
corresponsabili di questa grave ingiustizia verso i bambini, che sono stati
trasformati da soggetto di diritti come ogni persona umana, in oggetto dei
desideri delle persone adulte. Siamo
tornati al paganesimo, dove il bambino non aveva nessun diritto. Era solo un
oggetto “a disposizione di”. Quindi, ripeto, secondo me è un’iniziativa da
sostenere, non si può tacere».
Mi scuso se sono andato oltre, ma le riflessioni di
Caffarra sono troppo importanti.
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