di Domenico Bonvegna
Mi
è già capitato altre volte, a settembre quando inizia la scuola, la mia piacevole
e faticosa attività di giornalista freelance
subisce qualche contraccolpo, si presentano varie tentazioni, prima fra
tutte quella di lasciar perdere, con la solita frase che risuona nell’orecchio:
“chi te lo fa fare”. Quest’anno però
l’arrivo del nuovo numero de “La Roccia”, e la sua veloce lettura,
mi ha trasformato, rinvigorito, ricaricato, per continuare quell’umile opera di
testimonianza missionaria a cui ciascun credente è chiamato a fare, ognuno
secondo i propri talenti.
Ricomincio
a scrivere presentando questa rivista, nata a gennaio di quest’anno, edita
dalla casa editrice Shalomsrl. Esce ogni due mesi, nata per “seguire
il Papa sempre”, infatti in ogni copertina primeggia una immagine di
papa Francesco, ma soprattutto è una rivista per dare una spinta alla Nuova Evangelizzazione. E’ diretta da Marco
Invernizzi, che oltre ad essere un esponente di punta di Alleanza Cattolica, è collaboratore
dagli anni 90 della battagliera Radio
Maria.
Ma
c’era bisogno di un’altra rivista cattolica? Certamente si, se intende seguire,
come ha scritto nel 1° numero il direttore Invernizzi, il Magistero non di un Papa,
ma del
Papa, cercando di incarnarlo nelle scelte di apostolato, nei criteri e
nelle valutazioni che sono all’origine delle nostre azioni. Questo comporta di
seguire, di leggere i suoi interventi, encicliche, discorsi, omelie e
catechesi. Mi pare che “La Roccia”,
sta adempiendo nel migliore dei modi a questo compito.
Nella
storia della Chiesa, soprattutto degli ultimi due secoli, dopo l’esplosione
delle ideologie, il laico cattolico
ha avuto spesso bisogno di una bussola, di un punto di riferimento, di un
giornale, di libri per poter difendersi meglio dagli attacchi più o meno
violenti delle ideologie che via via si sono presentati nella storia. La storia
del movimento cattolico italiano è piena di iniziative culturali, penso a don Davide Albertario a don Giacomo Margotti, che alla fine
dell’Ottocento hanno fondato battagliere pubblicazioni, ma anche a don Giacomo Alberionecon la sua vasta opera
della famiglia Paolina. Pertanto
anche nel nostro tempo servono riviste, pubblicazioni per “evangelizzare la cultura” come auspicava il beato Paolo VI.
La
Roccia, è arrivata alla quinta uscita, nell’ultimo numero di settembre-ottobre oltre al consueto
editoriale del direttore si possono leggere interessanti e documentati articoli
di sicura dottrina, scritti in maniera agevole da collaboratori attenti e
preparati.
La
Roccia è un ottimo strumento per i laici
cattoliciper essere “testimoni di una
Chiesa che ‘esce da se stessa’”.
Papa Francesco seguendo il costante Magistero dei suoi predecessori, “ha sempre insistito nei sui interventi
per promuovere una Chiesa missionaria, - scrive Invernizzi nell’editoriale
- orientata a evangelizzare le periferie,
non soltanto quelle geografiche dove vivono i poveri della terra, ma anche
quelle esistenziali, frutto del peccato, del dolore, dell’ignoranza e
dell’assenza della fede, dell’ingiustizia”. Invernizzi, biasima i frequenti brontolii, le polemiche, gli scontri fra scuole diverse, di queste settimane e mesi che
circolano nel mondo cattolico.Tuttavia “è
come se, davanti a un mondo di evangelizzare e ricostruire, ci si perdesse
nelle miserie umane, che pure ci sono e ci sono sempre state, anche perché non
ogni diversità di opinione è un’eresia e la Chiesa, felicemente, non è una
caserma”. Pertanto secondo il direttore della rivista ai cattolici di oggi
manca quello “zelo apostolico, - di
cui parlò il cardinale Bergoglio -, il
desiderio di evangelizzare a 360 gradi, senza pregiudizi ideologici. Dobbiamo
parlare a chiunque, non soltanto a quelli che sono più in sintonia con la
nostra impostazione culturale”.Invernizzi ritorna sulla grande importanza
della manifestazione per la famiglia del 20 giugno a Roma. Qui “finalmente il laicato cattolico in
autonomia, e senza il permesso previo
di alcun vescovo ‘vescovo pilota’ hanno promosso una grande manifestazione
pubblica per affermare la bellezza della famiglia…”.
A
questo proposito il nuovo numero evidenzia l’intervista al promotore
dell’iniziativa, il neurochirurgo bresciano professor Massimo Gandolfini,
presidente nazionale del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli”. Un
evento organizzato in soli 18 giorni, senza sovvenzioni o sponsor, senza
nessuna collaborazione dei mass-media che non hanno voluto diffondere la
notizia dell’evento e soprattutto senza nessun bisogno di “vescovi pilota”. Si
perché i laici come sancì il Vaticano II, hanno un ruolo fondamentale
nell’evangelizzazione della società e poi ancora ribadito da san Giovanni Paolo
II con la Christifideles laici,
infine per ultimo il santo padre Francesco. Certo i laici si devono muovere in
autonomia, ma che non significa “distacco” dai pastori, hanno sempre bisogno
della “chiarezza dottrinale magisteriale,
strumento indispensabile perché si formino ‘coscienze rette’ e non
autoreferenziali, ove si può dire tutto e il contrario di tutto”.
Il
professore Gandolfini risponde a quelli che hanno criticato l’importante
evento, a quelli che hanno detto che non c’è bisogno della piazza, che è meglio la testimonianza personale e che non bisogna
contrapporsi al Governo alzando muri. O a quelli che sostengono che è più
importante il lavoro culturale-formativo.
Per Gandolfini, sono tutte polemiche artificiose, perché già molte
associazioni, i promotori stessi, questo lavoro l’hanno sempre fatto. Per
esempio Alleanza Cattolicache fa
parte del Comitato organizzatore, nei suoi oltre quarant’anni di attività si è
mossa sempre nell’ambito culturale e sociale. Poi per quanto riguarda l’alzare
i muri e urlare, non siamo noi a farlo, piuttosto è la militanza omosessualista
a farlo che ha reagito come sempre scompostamente alle nostre prese di
posizione contro l’ideologia del gender
e il ddlCirinnà.
Segnalo
altri interessanti interventi presenti nella rivista, in particolare quello
dell’economista Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello Ior, conosciuto per avere contribuito in
modo importante a diffondere l’idea che l’inverno demografico, cioè il fatto
che in Italia dagli anni ’70 nascano sempre meno bambini, non sia una delle
tante problematiche che affliggono il Bel Paese, ma sia la questione che ha
originato la crisi economica che stiamo vivendo e dalla quale non si riesce a
uscire, volendo negarne le vere origini.
Nelle
prime pagine de La Roccia possiamo leggere due interventi sull’imminente Sinodo sulla Famiglia.
Lo sottoscrivono Andrea Morigi e Massimo Introvigne. Il primo segnala che
continuano le pressioni dei mezzi di comunicazione per creare l’idea di un “Sinodo
parallelo”, diverso da quello reale. Così come avvenne per il Concilio
Vaticano II, per Morigi, “si vuole
proporre un Sinodo diverso da quello dei documenti: il primo progressista,
aperto, rivoluzionario, contrapposto al secondo, oscurantista e retrogrado”.
Mentre Introvigne, vede una vera e propria
“intossicazione” dei documenti, dei testi del Sinodo, da parte dei
mass-media. Si assiste a una “forzatura
dei testi, facendogli affermare quello che si desidera, a prescindere dal reale
contenuto. Oppure tacendo quanto vi è scritto chiaramente”. Ci sono titoli
sparati in prima pagina su come il Sinodo si appresterebbe a rivoluzionare la
dottrina della Chiesa in tema di famiglia, ammettendo il divorzio e aprendo
perfino alle unioni omosessuali. Del resto avviene la stessa cosa ai vari
documenti della Chiesa, “ci sono
addirittura pontificati presentati secondo una classificazione maliziosa”,
scrive Introvigne.Quel che è grave che anche molti cattolici bevono con
entusiasmo questa alterazione della verità.
Infine
su La Roccia possiamo trovare altri e ben scritti articoli, che certamente
aiutano chi vuole essere un vero apostolo della nuova evangelizzazione.
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