Pubblichiamo,
per gentile concessione di Vittorio Riera, stimato studioso e storico dell’arte,
alcune sue “croci”, fra le circa 200 da lui scritte che fanno parte della
raccolta inedita Lapidi sull’Oreto. L’unico
punto che può richiamare Spoon River,
è il riferimento al fiume, poi le due raccolte divergono: sono lapidi, e quindi
accolgono aspetti positivi di quanti il Riera ha conosciuto, mentre Masters
esalta i pettegolezzi, e le malefatte, anche, delle persone sepolte nel
cimitero di Spoon River, inoltre nelle geniali parole di Riera si racchiude il
ricordo in quattro righe di sicura pregnanza e liricità. Segue una poesia di
Renzo Massone che ne fece dono al Riera, un modo ulteriore per commemorare il
comune amico editore e intellettuale palermitano.
Pietro Terminelli, poeta e saggista
Fuori
apprezzavano il tuo verso lungo
e aspro e forte
qui da noi il silenzio
il silenzio più
assoluto e inesplicabile
quando non
l’amara derisione.
Roberto Di Marco, scrittore. Compagno di classe
La bontà era il marchio
che ti
distingueva Roberto,
tu, che non
volevi liti tra compagni
e ci esortavi a
essere buoni.
Vito Mercadante, preside e scrittore
Te ne sei andato
con la tristezza forse
di non avere
visto battuta la mafia
di cui sei stato
a cielo aperto
fiero e coerente
avversario.
Renzo Mazzone, Editore, scrittore
Quante righe e
pagine Renzo,
passarono al
vaglio dei tuoi occhi attenti
di te conservo
una poesia che la dice lunga
sul tuo non
essere soltanto un editore.
NatScammacca, poeta, scrittore
Generoso
generosoNat
non trovo altri
aggettivi per il tuo
animo bello la voce chiara
gli occhi puri e
limpidi.
Crescenzio Cane, poeta, pittore, scrittore
Fosti l’inventore della parola
sicilitudine
tu che eri con i tuoi versi e i tuoi
quadri
la personificazione vivente
di una Sicilia amara e bistrattata.
Rolando Certa, poeta, scrittore, saggista
Nei tuoi versi,
paragonasti
con immagine
disperata
la Sicilia a una
pecora sgozzata
che non ha più
la forza di belare.
Gianni Diecidue, poeta, scrittore, saggista
Il tuo
verseggiare limpido perfetto
con sempre nella
testa gli ultimi
era tutt’uno con
l’immensa
umanità che
trasmettevi ai tuoi alunni.
Totò Giujusa, saggista, scrittore
M’accoglievi
nella tua stanza verde
dove la
tecnologia più avanzata
si armonizzava
sapientemente
con i classici
italiani latini e greci.
Vincenzo Santangelo, scrittore
T’apprestavi a
concludere il tuo ciclo,
quando ci
conoscemmo, ma non potevamo
sapere che la
nostra amicizia
sarebbe durata
lo spazio d’un mattino.
Gigi Martorelli, pittore
L’infanzia
trascorse all’oratorio dei frati
cappuccini, poi
tu, pittore affermato
in solitaria e
feconda creatività
io scrittoncello
del sottobosco palermitano.
Carmelo Pirrera, poeta scrittore
L’ultima volta
che ci vedemmo
eri pieno di
vita e d’entusiasmo
e mi dicevi dei
tuoi molti progetti
spezzati
crudamente all’improvviso.
Santo Calì, poeta
Una croce anche
per te fratello Calì
non ti conobbi
ma apprezzavo
i tuoi
fulminanti epigrammi
contro i potenti
di turno.
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A che
serve sapere …
A
che serve sapere
che
estranghelo significa rotondo
oppure
che lo gnomone
non
è un grande gnomo
e
che apertura in lingua portoghese
significa
strettezza, costrizione,
o
che stamigna
era
un tessuto duro, resistente,
usato
per colar qualcosa,
che
ab hic et ab hoc semplicemente
è
come dire dunque, ossia, perché,
chechi nicchi e nacchi?
e
l’interrogativo
in
dialetto siciliano antico
sta
a significare
che
non c’entra un fico secco o intero?
A
che serve sapere
che,
se due fidanzati si baciano,
stanno
ad osculare?
Renzo Mazzone
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